Descrizioni di descrizioni by Pier Paolo Pasolini

Descrizioni di descrizioni by Pier Paolo Pasolini

autore:Pier Paolo Pasolini
La lingua: eng
Format: epub, mobi
pubblicato: 2013-11-07T05:00:00+00:00


16 dicembre 1973

[I giovani che scrivono]

È un anno che tengo una rubrica settimanale di diligenti articoli letterari. Vorrei parlarne. Non farne un consuntivo (che è sempre sentimentale e moralistico), ma trarne alcune considerazioni: anzi, due considerazioni.

In un anno non ho parlato nemmeno una volta dell’opera prima di un giovane. Posso eccettuare Andrea Valcarenghi (che ha scritto un ingenuo libro sulla propria esperienza contestataria) e l’équipe di Luigi Cancrini (che ha scritto un libro sulla tossicomania giovanile in Italia): ma si tratta di documenti o lavori sociologici, non di opere letterarie. Il più giovane letterato di cui ho scritto è il quasi trentenne Dario Bellezza: ma Il carnefice era il suo quarto libro (aveva già pubblicato un romanzo, L'innocenza, uno straordinario libro di versi, Licenze e invettive e un altro romanzo, assai bello, Lettere ia Sodoma). Ciò che mi chiedo e questo: son io che non amo occuparmi dei giovani o non ci sono giovani di cui vale la pena occuparsi? Ho dato una rapida occhiata all’enorme congerie di volumi che ho preso in considerazione in quest’annata di «diligenti articoli letterari», e mi sono reso conto, che non solo non sono usciti libri di giovani di cui valesse la pena occuparsi ma addirittura non sono usciti libri di giovani. L’elenco di opere pregevoli di trentenni, che potrei fare, è tutto qui: Procida di Franco Cordelli (Garzanti), Cani sciolti di Renzo Paris (Guaraldi), Il supplente di Fabrizio Puccinelli (F. M. Ricci), Terrore piccolo borghese di Anna Maria Guerrieri (F. M. Ricci). Quelle dei ventenni sono ancora più poche ed esili. Ciò mi ha allarmato. Non sono «pensoso» delle sorti della letteratura, mi nego a inchieste giornalistiche o a congressi che abbiano questo tema. Sono impaziente e sicuramente anche un po' «aristocratico» di fronte al problema della letteratura come problema sociale. Eppure nel momento in cui mi sono reso conto che quest’anno — e probabilmente in tutti questi ultimi anni - non è uscita un’opera prima importante di un giovane, e che addirittura, i giovani in genere non scrivono più opere letterarie — ho provato un senso di panico, un’angoscia personale.

L’istinto consolatore mi ha poi fatto correre col pensiero a dei manoscritti di giovani che ho qui a casa mia: una sceneggiatura, di alto livello intellettuale, dovuta a Sandro Gennari, e un bellissimo romanzo neocrepuscolare, atroce (Un borghese piccolo piccolo) di Vincenzo Cerami. Ho pensato inoltre a qualche gruppo di giovani che opera in provincia: per esempio, un gruppo di Cesenatico (che, ahimè, si è battezzato «Collettivo»), con una sua piccola rivista («Sul porto») in cui, con i resti desolanti del linguaggio e della passione sessantottesca, c’è un ritorno non nostalgico, ma corposo, e realmente culturale, ai poeti degli anni Cinquanta. Ma tutto ciò è molto poco.

Non voglio comunicare in proposito la mia ambascia, ma piuttosto la mia impotenza a spiegare il fenomeno. Il mio agnosticismo, nella fattispecie, si identifica con tre spiegazioni polemiche: 1) La neo-avanguardia del quinquennio 1963-68 ha bloccato 1 giovani, che, per moda, hanno fatto dell’antilettera tura prima di



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.